Jacques Prévert, autore di questa splendida poesia, viene spesso considerato il poeta dell’amore leggero, quello delle frasi belle e fatte, pronte da allegare ad un mazzo di fiori.
Il poeta da bigliettino dei Baci Perugina.
Questo è vero se leggiamo le parole per quello che apparentemente vogliono comunicare, pensando solo alla descrizione di due adolescenti che si appartano nelle strade buie di una Parigi al calar del sole.
Ma se ci fermiamo un attimo a comprendere il senso latente nascosto tra i versi e nella scelta delle parole, scopriamo che al di sotto della superficie l’autore tenta di far passare un contenuto molto più ampio
Quando parla di “enfant”, Prévert non intende semplicemente gli “anagraficamente giovani”, illusi, romantici e unici detentori della capacità di amare, ma racconta di una possibilità del tutto umana, antica e precoce di “baciarsi in piedi contro le porte della notte”, che rappresenta metaforicamente tutto ciò che ad essa si oppone. Siamo tutti portatori di una realtà affettiva che è rapporto, una spinta che ci avvicina ai baci, agli abbracci, alla ricerca di uno sguardo che comprende, perché è in quello sguardo e in quel “insieme” che è racchiusa l’origine di ognuno. Una capacità di vivere l’amore in modo naturale e spontaneo, che lotta per potersi esprimere sempre nonostante il disumano, proprio come l’immagine dei due giovani che con i loro baci tengono a bada l’avanzare del buio. Una realtà che non trema, che non arretra in risposta all’aggressione, che non permette in nessun modo al disumano di scalfire il proprio “abbagliante splendore”.
Un’opposizione viva, vera e sfacciata al buio dell’indifferenza e dell’odio, un NO che blocca e tiene lontano il disincanto, l’assenza di luce e calore.
Ci invita ad una lotta coraggiosa a non abdicare all’amore, a non tirarci indietro, a non vivere nell’ombra, ma a spingerci tutti i giorni alla ricerca di quel latente che ci permette di vivere e realizzarci in quella possibilità di rapporto adulto e maturo che è parte di ognuno di noi.