Natale, a prescindere dall’essere credenti o meno, significa nascita.
Dalla tradizione pagana, alla cultura egizia. Dagli antichi romani, alla mitologia nordica. Fino ad arrivare alla fede cristiana, festeggiamo la nascita di qualcuno, o di qualcosa, di estremamente importante. L’inizio di un periodo nuovo che possa portare cambiamento e prosperità
La nascita per ogni essere umano è qualcosa di fondamentale.
Non solo perché semplicemente costituisce l’inizio della vita. Ma anche perché, pur essendo un inizio, porta con sé qualcosa che esisteva già prima. Venendo al mondo, un bambino non si presenta nudo, solo, impreparato, scevro da qualsiasi capacità di leggere e vivere la realtà, né marcato da un destino ereditato, prestabilito e incontrovertibile. Al contrario, quel bambino nasce già pieno di una realtà fondamentale che al tempo stesso gli permette di interagire con il mondo e di modificarsi costantemente per continuare, a partire dal primo grande e più epocale cambiamento che è la nascita, a formarsi, trasformarsi, crescere.
Natale, allora, significa ritrovare questa realtà di affetti, di vita, di nascita, che è esistita ed esiste ancora dentro ognuno di noi.
E allontanare le realtà sostitutive, posticce e palliative di cui ci siamo riempiti e circondati, pensando, come in una sorta di delirio consolatorio, di poter così riparare alle ferite, alle assenze, i vuoti affettivi. Realtà materiali e concrete, non negative o sbagliate in quanto tali, ma deleterie se utilizzate per mettere a tacere ed immobilizzare una realtà più profonda, non materiale ma vera che, senza che ce ne accorgessimo, delusione dopo delusione, abbiamo finito per etichettare come problematica e pericolosa, invece di sentirla preziosa e vitale.
Natale, soprattutto quest’anno, significa fare spazio dentro di noi alla nascita di un’esigenza sempre più urgente e salvifica.
Un’esigenza di protezione della salute, fisica e psichica, che si esprime rimettendo al centro quello che ci rende umani: un mondo affettivo sano, potente, vero, custode dei nostri desideri, della nostra possibilità di sentirci realmente vicini agli altri. Di essere in rapporto, di stare insieme negli affetti, al di là delle limitazioni materiali, delle distanze, delle zone rosse, del coprifuoco. Che si oppone in modo fermo e determinato a tutto quello che questa salute la minaccia, che rifiuta la finzione e accoglie la verità, che si discosta dall’avere e si avvicina all’essere, che si oppone alla morte e, come nel momento della nascita, sceglie la vita.