Se ci fermiamo alla realtà esterna, di fronte ad un paziente che si rivolge a noi vedremmo solo le rigidità, le razionalizzazioni e la difficoltà di stare bene che sembra insormontabile.
Se riusciamo ad andare più a fondo, invece, potremo cogliere la realtà affettiva, troppo spesso sminuita e costretta in un angolo, che continua ad esistere ed ha solo bisogno di qualcuno che la riconosca dietro tanta paura e difese e la aiuti a venire fuori.
È la conoscenza di questa realtà affettiva che permette il lavoro dello psicologo.